Il pacchetto di un “
Agriwedding” costa il giusto, circa 7 mila euro e conta un abito da sposa sartoriale, un menù tradizionale per circa 80 invitati, un servizio fotografico con annunci stampati in carta riciclata, le bomboniere lavorate all’uncinetto o una bottiglia decorata dai ragazzi di una cooperativa sociale, una carrozza trainata da cavalli o l’utilizzo di una macchina d’epoca per gli spostamenti, una notte in agriturismo e la preparazione rilassante con sauna e bagni di fieno pre o post giorno delle nozze. Ingredienti base, a cui aggiungere gli optional del caso senza superare il livello della sobrietà imposta dalla capacità di spesa sempre più ridotta. Al
valore iniziale si aggiunge quello immateriale legato alla relazione sociale che continua anche dopo la cerimonia, alla ricchezza manuale disponibile sul posto e l’originalità dell’offerta. È la proposta degli agriturismi di
Terranostra, in collaborazione con Campagna Amica, che in tempo di crisi, ma non degli affetti, lancia il matrimonio in campagna. La sfida è stata raccolta dall’azienda
“Alle Rose” di Massanzago in provincia di Padova già operativa sul tema dopo aver festeggiato varie nozze di diverse nazionalità ed esigenze.
“La nostra disponibilità – spiega la titolare, Franca Dussin –
non finisce con la pianificazione dell’evento: fino alla festa noi garantiamo la nostra presenza sul territorio e se serve siamo a disposizione in caso di litigi per un periodo di rilassamento magari anche con supporto di psicologo o terapeuta”.