“Dalle
scelte di acquisto in queste festività di Natale dipende la
sopravvivenza di moltissime
imprese, ma per oltre la metà della spesa l’
etichetta mente e indica solamente il luogo di confezionamento o ultima lavorazione dei prodotti alimentari in vendita. Accade cosi che i consumatori sono ingannati e non possono fare scelte di acquisto consapevoli”. Lo ha dichiarato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo in occasione della recente mobilitazione
“La battaglia di Natale: scegli l’Italia”, con decine di migliaia di allevatori e agricoltori davanti al Parlamento, alla frontiera del Brennero e a Reggio Emilia, la Food Valley italiana.
Come emerge da una analisi
Coldiretti sulla base di dati Deloitte, più di
6 italiani su 10 (il 63%) vogliono acquistare
prodotti Made in Italy per Natale per aiutare l’economia nazionale
o garantire maggiori opportunità di lavoro in una difficile momento di difficoltà, che sta portando alla chiusura di molte imprese e alla perdita di occupazione, ma questo non è possibile perché le etichette ingannano.
Pensando di sostenere la vita e il lavoro nelle campagne italiane in un difficile momento di crisi si finisce così senza saperlo con il mettere nel carrello succhi di frutta con le arance dal Brasile, mozzarelle e formaggi con il latte della Lituania, pasta fatta con grano del Canada o dell’Ucraina, sughi pronti con concentrato di pomodoro cinese o salami e prosciutti fatti in realtà con carne proveniente dalla Germania o dal Belgio che vengono “spacciati” come italiani e fanno concorrenza sleale alle nostre produzioni. Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano 2 prosciutti su 3 venduti come italiani e in realtà provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, mentre la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
Il risultato drammatico è che solo nell’ultimo anno hanno chiuso in Italia 32.500 stalle e aziende agricole e sono stati persi 36mila occupati nelle campagne, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare e ambientale. Una situazione che danneggia i consumatori e gli agricoltori e allevatori italiani che sono impegnati nella produzione di alimenti di qualità da primato a livello comunitario sulla base di precisi disciplinari.
Per Natale l’ideale sarebbe quindi acquistare prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp/Stg) o direttamente nelle
aziende, nelle
botteghe o nei
mercati degli agricoltori di Campagna Amica, ma anche nella grande distribuzione i prodotti dove viene indicato esplicitamente 100% italiano con il marchio valoriale
Fai (Firmato agricoltori italiani).