Estremamente
dolci,
morbidi,
ricchi di vitamina C e
betacarotene, i cachi sono
frutti tipici della stagione autunnale, molto apprezzati in
cucina sia crudi che come ingrediente di conserve e marmellate. Originario della
Cina e coltivato inizialmente in
Giappone, il frutto viene spesso definito “
mela d’oriente”, mentre nell’antica Grecia era identificato come
cibo degli dei. Il nome del frutto in botanica è infatti “Diospyros kaki”, letteralmente “
frumento di Giove”. Una storia etimologica curiosa quella del cachi, che si riflette tuttora nella varietà ortografica e di pronunce che caratterizzano la terminologia di questo frutto.
Le prime coltivazioni di cachi in Europa risalgono alla fine del Settecento, mentre in Italia i primi alberi da frutta cominciarono ad essere piantati un secolo dopo; oggi sono coltivati in
Emilia Romagna e
Campania.
Il cachi viene generalmente raccolto ancora
acerbo e fatto maturare successivamente. In questa fase si riduce fortemente il contenuto di
tannini, responsabili del sapore astringente, a vantaggio degli
zuccheri che rendono, invece, questo frutto molto dolce e più gradevole al palato.
Allo stesso modo, essendo il
tempo di conservazione del cachi molto breve, è preferibile acquistare il frutto ancora
acerbo per poi invece accelerarne la maturazione accostandolo a frutti in grado di sviluppare etilene, come ad esempio mele e pere.
Un’altra varietà di cachi è, infine, quella conosciuta come “
caco mela” o “
cachi vaniglia”. In questo caso il frutto è molto più simile alla mela per forma e consistenza, più sodo e quasi croccante. Il sapore, invece, è quello tipico del cachi mentre, rispetto alla varietà originaria, il suo impiego è più frequente nella preparazione dei dolci.