07.10.2013
No agli Ogm, sì ai prodotti locali e sicuri: ecco i risultati del sondaggio proposto ai consumatori da Coldiretti, Aiab e Legambiente in occasione della Biodomenica 2013
?Il mercato del biologico italiano vale 3,1 miliardi di euro, facendo dell’Italia una delle protagoniste del settore a livello mondiale, in particolare a livello europeo (si colloca al quarto posto, dopo Germania, Francia e Regno Unito). E agli italiani il prodotto biologico piace, tanto più se è locale e garantito. Lo dimostra il successo della edizione 2013 della Biodomenica, con oltre 50mila cittadini che in tutta Italia hanno potuto incontrare i produttori agricoli e conoscere e gustare tanti prodotti enogastronomici della tradizione.
Per l’occasione, Coldiretti insieme ad Aiab e Legambiente (organizzatori dell’evento) hanno intervistato i consumatori per fare il punto sui numeri del settore. Ecco i dati salienti emersi dal sondaggio. Oltre il 68% delle famiglie consuma almeno un prodotto bio ogni giorno (il 25,57% ogni settimana e il 5,50% qualche volta al mese). La scelta bio è dovuta a ragioni di salute nel 4% dei casi, per evitare prodotti chimici nel 3%, a ragioni etiche nel 12%. Più spesso (76,04%), a tutte queste ragioni insieme. Più che la marca del prodotto (importante per l’8,53% dei consumatori) o della presenza di promozioni (11,32%), nell’acquisto del prodotto biologico conta la provenienza locale (36,28%), mentre il canale d’acquisto preferito risulta essere il negozio specializzato (23,50%), seguito dai gruppi di acquisto solidale (21,31%) e supermercati convenzionali (17,76%).
Il biologico importato ha meno estimatori di quello nostrano: il 63% dei consumatori dichiara infatti di acquistarlo solo in mancanza dell’equivalente italiano, mentre il 20% proprio non lo considera.
La certificazione del prodotto bio dà sicurezza solo al 31,7% del campione mentre oltre il 65% pensa che non sia sempre una vera garanzia per il consumatore.
Rispetto agli organismi geneticamente modificati, il 58,25% dei consumatori dichiara di essere contrario alla loro immissione in agricoltura, percentuale che sale aggiungendo il 38,83% di coloro che si dichiarano contrari fino a quando non ne verrà dimostrata la sicurezza per l’ambiente e la salute dei consumatori. Nel complesso, comunque, l’86% del campione è contrario alla commercializzazione degli Ogm.